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Tango argentino – la bellezza in un abbraccio

Che rapporto noi, italiani di oggi, possiamo avere con il tango? E in che modo l’italianità ha influenzato il genere? Questi i passi da cui muove il libro: “Tango argentino – la bellezza in un abbraccio” di Stefano Fava, maestro di tango e organizzatore del Lucca Tango Festival, pubblicato da Edizioni Cinquemarzo e dedicato ad Andrea Missé, la famosa ballerina professionista scomparsa tragicamente nel 2012, “una delle più autentiche incarnazioni del vero Tango.”

Chiamando in causa concetti complessi quali identità nazionale, italianità e argentinità, immigrazione, etica, estetica, autenticità di un prodotto artistico e la sua interpretazione, violenza di genere e stereotipi, mutamento e sopravvivenza, Fava ha fatto un’operazione NECESSARIA con una prosa scorrevole e coinvolgente senza scadere nel patetico o in una facile retorica: la storia parla da sè. Continua la lettura di Tango argentino – la bellezza in un abbraccio

Un ultimo tango (Un Tango Más)

Un Tango Más
Un Tango Más

Il film-documentario di German Kral, prodotto da Wim Wenders e presentato al Toronto Film Festival 2015, come sottolineato dal regista, è soprattutto una storia d’amore. La storia dell’amore tra due dei più famosi ballerini della storia del tango, e la storia del loro incredibile amore per il tango.

In 85 minuti la pellicola ripercorre attraverso le voci dei protagonisti e le coreografie di due coppie di attori-ballerini (tra cui figura anche Pablo Verón) che li interpretano da giovani, i 50 anni del sodalizio artistico tra i più fecondi e famosi della storia del tango: quello tra María Nieves Rego e Juan Carlos Copes, i primi a portare il tango fuori dalle milonghe di Buenos Aires e ad inventare il tango escenario. Un percorso costellato di successi ma al tempo stesso dolente, complici i drammi personali che hanno portato alla separazione professionale della storica coppia. Continua la lettura di Un ultimo tango (Un Tango Más)

CHICHE ALBERTI

CHICHE ALBERTI
CHICHE ALBERTI

CHICHE ALBERTI (parte1)

NEL NUMERO PUBBLICATO IL 19 giugno 2011

Milonguero, filosofo autodidatta e uomo di mondo. Diplomato all’Università del Tango, Chiche ci incanta con storie di Tango, per lo più vissute in prima persona, in un’intervista fatta a Buenos Aires da Tango In Roma che faremo conoscere in capitoli, come dosi di una sostanza che ci fa conoscere un poco di più il ragionamento di un milonguero.
Come e quando hai iniziato a ballare il tango?

Guarda, io ero molto piccolo. Avevo 9 anni quando caddi da un autobus e le ruote mi calpestarono le gambe; a quei tempi mi piaceva molto il calcio e il medico mi disse: “no, calcio no, se vuoi vai a praticare folklore”. Ma nel mio quartiere non c’erano club in cui praticare folklore, e siccome ero nuovo e non sapevo molto il medico mi disse: “qua all’angolo c’è un club che si chiama Sin Rumbo”; in realtà al Sin Rumbo si praticava tango e non folklore. Io ero un po’ di legno, come tutti quelli che iniziano a ballare, e le ragazze mi evitavano perché volevano ballare con quelli che  ballavano meglio. Continua la lettura di CHICHE ALBERTI

CHICHE ALBERTI

CHICHE ALBERTI
CHICHE ALBERTI

Como y cuando empezaste a bailar el tango?
Mirá, era muy chiquito. Tenía 9 años y me caí de un colectivo y las ruedas me mordieron las pienas, estaba lastimado; entonces me gustaba ir a jugar al futbol, y el médico me dijo que no, “futbol no, si querés andá a practicar folclore”. Y en mi barrio no había ningún club que se practicara folclore y como era nuevo y no conocía me dijo “mirá, aca a la vuelta, a tres cuadras hay un club que se llama Sin Rumbo por ahí” y no; se practicaba Tango en el Sin Rumbo. Y yo era medio pata dura, viste, como todos los que empiezan a bailar, y las pibas me rajaban, se escapaban porque? ellas querian bailar con los que bailaban mejor. Siempre es así, las minas siempre quieren bailar con los que bailan mejor aunque ellas no estén a ese nivel. Y resulta que, había una señora que me decía “nene, vení a bailar conmigo” y yo bailaba, para mi era La Carmen, vecina, viste. No sabía que Carmen era; cuando tenía 17 años tomé conciencia de quién era: Carmencita Calderón la compañera del Cachafaz.

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RITRATTO DI UNA MILONGUERA: VILMA HEREDIA

Vilma Heredia
Vilma Heredia

Abbiamo voluto dedicare questo numero di Tango In Roma allo stile “vecchio milonguero”, proponendo ai lettori interviste ad alcuni rappresentanti di questa categoria. I nostri corrispondenti da Buenos Aires hanno perciò intervistato Vilma Heredia, milonguera di quella generazione che ha imparato a ballare il tango semplicemente osservando gli altri, tra le più famose nella Capital Federal anche per il suo programma radio e per i premi che ogni anno attribuisce ai ballerini.
Quando hai iniziato a ballare il tango?
Iniziai quando avevo 12 anni. Mio fratello era milonguero e poeta, e praticava con me nel cortile di casa nostra i passi che lui e il suo amico Tavo inventavano. Mi “marcavano” e se io potevo seguirli voleva dire che le ragazze della milonga con cui loro ballavano di sicuro li avrebbero seguiti.
All’epoca le donne studiavano tango?

Io sono la minore di cinque fratelli. Le mie due sorelle maggiori andavano alla milonga e non ho mai sentito che andassero in alcuna scuola a studiare. A quell’epoca si imparava guardando. Si andava alla milonga e guardando quelli che sapevano ballare bene così si imparava. Oppure potevi imparare a casa con tuo padre o con qualche zio che ti faceva praticare. Continua la lettura di RITRATTO DI UNA MILONGUERA: VILMA HEREDIA