DALLAE’S STORY

La vita di una famigliola che trascorre serena e felice con poco. La rottura causata dalla guerra. La ricerca del conforto nel sogno. Dallae’s story, andata in scena il 1 e 2 dicembre 2018 al Teatro India, è uno spettacolo fiabesco (e come tutte le fiabe, dolce e drammatico al tempo stesso), che grazie alla sua delicatezza e all’assenza di dialoghi si affida al mimo e alle marionette per mostrare come una vera e propria poesia visiva il dolore e la tragicità della guerra, tematica universale e purtroppo sempre attuale.

Spettacolo di chiusura della Korean Week – organizzata da Korea Foundation for International Cultural Exchange, Istituto Culturale Coreano in Italia e sponsorizzata dal Ministero della Cultura, Sport e Turismo della Repubblica di Corea e dall’Ambasciata della Repubblica di Corea -, Dallae’s story illustra in modo tenero e poetico (il volo delle farfalla, costante della performance, ne è un esempio) la storia di una famiglia coreana con l’ausilio di attori in carne ed ossa, di animazioni e di marionette, prima fra tutte la protagonista Dallae, alta 70 cm (il cui nome deriva dalla parola coreana Jindallae, fiori di azalee, fiori in grado di sopportare rigidi inverni e quindi simbolo della speranza della primavera). Ma non lasciatevi ingannare: il direttore artistico Jiyun Ru ammette “non capivo perché le marionette venissero usate solo per rappresentare favole tradizionali o catturare l’attenzione dei bambini. Ed è per questo che ho semplicemente voluto creare un’opera di marionette rivolta a tutti, includendo non solo i bambini ma anche gli adulti”.

Con una messinscena semplice ed evocativa, essenziale e composta, con luci soffuse e tonalità tenui e delicate, così come le musiche di sottofondo, si susseguono scene di vita quotidiana tra i panni stesi ad asciugare al sole di una campagna tranquilla e ridente, commoventi nella loro genuinità e nella loro semplicità un po’ ingenua (si veda il corteggiamento tra i genitori di Dallae). In questo ambiente rurale idillico in cui i piccoli piaceri quotidiani – non esenti da momenti spiritosi, propri del modo di fare coreano – nascono dalle piccole cose, ogni stimolo del mondo circostante genera entusiasmo: il volo di una libellula, la pesca con papà, il guizzo di un pesce, lo stare semplicemente tutti insieme. Natura e felicità sembrano andare di pari passo, inscindibili l’una dall’altra (messaggio forte). E lo spettatore partecipa a questa armonia.

Poi il suono di una sirena, i carrarmati, l’arruolamento forzato, le sparatorie, la morte del “nemico” (uccidere un altro essere umano è pur sempre un trauma). La potenza dello spettacolo sta anche nel non mostrare le scene orribili proprie della guerra in maniera cruda e dettagliata, bensì nel tratteggiarle sullo sfondo, presenza sfumata, suggerita, ma sempre costante.

E in guerra, dove tutto è stravolto, si cerca di trovare un po’ di sollievo, uno spiraglio di luce, ci si attacca all’unica cosa che la violenza non può portare via: l’immaginazione, il sogno.

Il tema del sogno, topos della letteratura sia come fuga dalla realtà sia come fase di stasi, qui assume la forma di dolci ricordi o di dolci speranze di scappare alla contingenza e alla solitudine, chiamando in causa la natura ancora una volta (farfalla, pesce, fiori, cane, pupazzi di neve). Ognuno dei tre personaggi vive infatti il proprio sogno: il padre rievoca i giochi con la figlia; la madre in cerca di Dallae tra le rovine la ritrova tra i fiori della primavera; la bambina rimasta sola e al freddo trova la compagnia di un cane/misero straccio che prende vita, e della madre sulle cui spalle può addormentarsi pacificamente.

Ma ad ogni sogno segue il risveglio, tanto più brusco e traumatico quanto più è dolce il ricordo: e non rimangono che la solitudine, il silenzio e il buio.

Messaggio forte e potente, commovente ed emozionante, Dallae’s story – grazie anche ai magistrali attori/mimi/burattinai che animano con movimenti fluidi e realistici i personaggi – ci insegna ad apprezzare le piccole gioie, oltre a farci riflettere sull’assurdità e la brutalità delle guerre, e in questo senso la cultura può avere un ruolo importante per portare la pace tra i popoli. Speriamo che la pace possa tornare presto anche nella nostra penisola, è l’auspicio del presentatore della serata. Lo speriamo anche noi.

Claudia Galati

Dallae’s story, una produzione Artstage San (compagnia: con Yanghee Kim, Sunghyun Hwang, Seokwon Choi, Hyunsan Jo, Jiyun Ru).