OFELIA ROSITO, MILONGUERA DA 60 ANNI

OFELIA ROSITO, MILONGUERA DA 60 ANNI
OFELIA ROSITO, MILONGUERA DA 60 ANNI

Una delle più famose e veterane “vecchie milonguere” di Buenos Aires si racconta ai lettori di “Tango In Roma”, che la possono vedere su Youtube in un video del 2008 girato nel Sunderland Club (gestito da sua figlia) mentre balla insieme a Carlos Rivarola per i festeggiamenti dei suoi 60 anni di milonguera.
Ofelia, quando hai cominciato a ballare il Tango?
Cominciai quando avevo 11 anni (ora ne ho 80). Il primo posto dove sono andata a ballare fu la
Confitería Sans Souci. Io sembravo più grande, avevo il corpo di una ragazza di 16 anni e allora
non mi chiedevano i documenti per entrare.
E come hai imparato?
Ho avuto la fortuna di avere un fratello maggiore che praticava con me. Mio padre, Francisco
Rosito, era bandoneonista -suonò tra le altre nell’orchestra di Padula con Juan Maglio “Pacho”- e insegnava a ballare, a cantare e a suonare il bandoneón. Invece mia madre Maria Inéz era
milonguera, ballava con i due fratelli di papà, con uno ballava tango salón e con l’altro tango orillero (milonga, canyengue). Si presentavano così nei cabaret: papà suonava nell’orchestra
e mamma e miei due zii ballavano. Io ho vissuto tutto questo, perciò ho il Tango nel sangue.
Quindi vieni da una famiglia di tangueri e di artisti…
Certo. Con mio fratello facevamo un duo dove cantavamo e ballavamo il tango nei teatri, cinema, club… Iniziai a ballare quando avevo 5 anni, e a fare spettacoli con mio fratello quando avevo 8 anni. Dopo mio fratello sì stufò, voleva uscire con le ragazze, e allora abbandonò il duo e fu lì che cominciai a cantare con mia sorella maggiore in tutte le radio di Buenos Aires con gran successo.
Ti sei sposata giovane, vero?
Sì, quando avevo 17 anni. Ho avuto tre figli, una dei quali è Graciela che con suo marito Carlos Matera da tanti anni organizza la milonga del Sunderland Club. Ho divorziato dopo undici anni di matrimonio. Dopo che i miei figli si sono sposati, sono andata a vivere sola e ho conosciuto l’amore della mia vita, Roberto, nel Salon Canning: per questo amo tanto il Canning!
E iniziaste a lavorare insieme?
Sì, insegnavamo in un posto che si chiamava Bamboche con più di 200 allievi. E ballavamo così bene che un giorno venne addirittura il rappresentante dell’orchestra di Juan Basso con un contratto per una tournée in Europa di tre mesi. Tuttavia mio marito disse di no perché non poteva abbandonare il suo lavoro e mi disse di andare con il mio vecchio partner, ma io risposi di no. Così persi l’opportunità della mia vita. Queste cose ti succedono una sola volta nella vita, perciò quando a qualcuno succede una cosa del genere dico: “approfitta, le cose che passano non tornano mai più”.
Altro episodio. Un giorno venne a Bamboche “Milonguita”, un gran milonguero. Gli avevano detto che io ballavo molto bene e mi voleva conoscere. Apparve vestito elegantissimo con scarpe lucide e il gel nei capelli, un bellissimo uomo. Allora un amico me lo presentò; io avevo sentito di lui però non lo conoscevo personalmente. Mi disse: “Ofelia, mi hanno detto che lei balla molto bene” “Giudichi lei”, risposi, io ho sempre conservato l’umiltà, quando mi domandano se ballo io rispondo: “io accompagno”. Allora gli allievi hanno fatto un cerchio intorno a noi e cominciammo a ballare. Non potete immaginare come ballava! Mi ha fatto di tutto, cose che io nemmeno conoscevo. Non so da dove prendesse tanti passi. Quando finì il tango mi disse: “Sei un fenomeno, voglio che tu sia la mia partner”, e io risposi: “No, ho già il mio compagno”, e così passò un’altra opportunità.
Di sicuro avete avuto il record di quantità di allievi in un corso. Come lo gestivate?
Avevamo anche 8 coppie di assistenti che ci davano una mano.
E con più di 200 allievi quanti livelli facevate?
Avevamo due livelli, quelli che iniziavano e quelli avanzati.
Solamente due? Oggi insegnano in tanti livelli: principianti 1, principianti 2, intermedio 1…
Sono tutte fregature, lo fanno per prendere più soldi. La questione è così: o cominci o stai già ballando, non c’è altro. Il problema è che quelli che insegnano non sanno ballare. Poveracci, quando uno inizia a imparare passa un bel po’ prima di capire che lo stanno fregando. Per questo dico sempre ai ragazzi: “Andate a imparare con gente grande d’età, con gente che sappia ballare, che voi vedete che sa ballare, altrimenti non andate perché vi spilleranno i soldi e non imparerete niente”.
G.M.G.

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