“Encontrando – Il tango come incontro”, mostra fotografica in 3D

Fino al 2 aprile 2017, dalle ore 11 alle 17, il Teatro di Villa Torlonia ospita la mostra fotografica 3D ad ingresso gratuito: Encontrando – Il tango come incontro, curata da Gaia Camanni e Vanja Corà, realizzata con gli scatti di Philippe Antonello e Stefano Montesi, fotografi che vantano collaborazioni internazionali con i grandi del cinema e che dal 2010 si dedicano a un lavoro di ricerca sulla fotografia 3D. Il progetto, promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale – Dipartimento Attività Culturali e Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con l’Associazione Culturale “Deseo” e con il Patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia, vuole suggerire una riflessione sul tango come metafora dei rapporti interpersonali. Il verbo encontrar in spagnolo infatti, oltre che “incontrare”, significa “trovare”.

Mostra fotografica Villa Torlonia
Mostra fotografica Villa Torlonia

Nello Spazio Serra, collocato alle spalle del Teatro, l’iniziativa accoglie il visitatore sulle note dei tanghi più famosi. Armati di occhialetti 3D forniti in loco, il viaggio virtuale tra le 12 opere vi sorprenderà come se foste i primi fruitori della fotografia degli albori. In effetti, quanto si legge nelle note dei curatori dell’allestimento conferma la nostra impressione: Antonello e Montesi si sono ispirati ai padri della fotografia di movimento, il francese Étienne Jules Marey e l’americano Eadweard Muybridge, pionieri della fotografia che precede e annuncia il cinema, nonché al “fotodinamismo” futurista di Anton Giulio Bragaglia, che insieme a Giacomo Balla (di cui il celebre esperimento: “Dinamismo di un cane al guinzaglio”) mostrò che si potevano ottenere risultati sorprendenti di sintesi dinamica con la macchina fotografica.

Mostra fotografica Villa Torlonia
Mostra fotografica Villa Torlonia

Le tre coppie di tangueri immortalati con questa innovativa tecnica di ricerca – Natasha Agudelo e Diego Benavidez, Yanina Bassi e Lucas Ameijeiras, Sabina Cipolla e Giuseppe Bianchi – sono colte nell’istante, eppure non risultano statiche, bensì dinamiche, in movimento. Spazio e tempo si incontrano e si fondono nei “fotogrammi” che ci appaiono davanti, restituendo quel senso di improvvisazione e di tensione che intercorre tra i ballerini.

Come sottolinea Bruno Corà, “i due fotografi hanno compiuto il prodigio di farci scoprire in ciascuna immagine sia la mimica dei ballerini nel pieno delle loro prestazioni, sia i vortici di energia che circonda le loro evoluzioni. La temporalità dettata dalla ritmica del suono si conclude nella magia di un sincronismo che è contemporaneamente nella musica, nella mente e nelle membra dei ballerini.”

I curatori aggiungono: “La tecnica 3D, in abbinamento con l’utilizzo dell’esposizione prolungata, produce un’immagine che conserva traccia della dimensione del tempo. Le scie, in alcuni momenti solo accennate, pennellate, danno forma alla memoria del vissuto della coppia: sono le continue scelte di percorso che l’hanno condotta fin lì, ma anche momenti più remoti, istantanee di esperienze passate. Anche l’essenza stessa del 3D è simbolica: i due ballerini, sia pure nell’unicità dell’esperienza del singolo, sperimentano in ogni tango la condivisione di un percorso, e l’effetto tridimensionale dell’immagine finale è appunto la risultante dell’unione di due immagini scattate sincronicamente, ma da due punti di vista leggermente differenti.”

Un consiglio: l’osservatore fruirà al meglio l’esperienza accompagnando la visione con movimenti fluidi della testa (e non già solo degli occhi) e ondeggiando con l’intero corpo avanti e indietro. Quasi come se ballasse il tango.

Claudia Galati

Approfondimenti: Marey:http://www.storiadellafotografia.it/2009/12/05/etienne-jules-marey/

Muybridge:http://www.storiadellafotografia.it/2009/12/04/eadweard-muybridge/