TANGO TINTO

Tango Tinto
Tango Tinto

Il 12 febbraio scorso si sono esibiti a Roma, per la prima volta dopo anni, alla Milonga della Stazione, i Tango Tinto. Ensemble di artisti italiani e argentini famosi sulla scena europea e apprezzati da pubblico e critica, due cd all’attivo – di cui l’ultimo, “Éxtasis” del 2009, è un’imperdibile summa del loro stile particolare e del loro talento – , l’orchestra è solitamente composta da un quartetto, più il cantante Rubén Peloni (assente in questa occasione): Gerardo Agnese al bandoneón, Bárbara Varassi Pega al pianoforte, Virgilio Monti al contrabbasso e Vincenzo Albini al violino.
I Tango Tinto hanno deliziato e fatto ballare anche il pubblico romano grazie al loro stile caratteristico: i classici della tradizione tanguera rinnovati nell’arrangiamento raffinato e nel suono non banale, che permette loro di evolvere pur rimanendo gli stessi e di conservare contemporaneamente la ballabilità, affidata più che mai all’interpretazione personale di ciascun ballerino. Non potevamo quindi farci scappare un’intervista corale nel dopo concerto, che ha rivelato che il gruppo oltre ad essere molto preparato è anche composto da ragazzi molto simpatici e semplici, che amano il proprio lavoro e contribuiscono alla continuazione e alla diffusione del tango.
Come nascono i Tango Tinto?Siamo nati nel 2004 in occasione del Festival “Latino-Americando” di Milano, quando iniziammo a suonare insieme io (Bárbara) e Gerardo. Io e lui avevamo già suonato insieme nell’orchestra di tango della nostra città, Rosario (Argentina, n.d.r.), e ci siamo ritrovati a Milano in occasione di questo Festival per fare 53 serate di fila con una cantate argentina. Nel frattempo abbiamo registrato anche il nostro primo cd, e avendo bisogno di un contrabbasso e di un violino abbiamo chiamato Virgilio e Vincenzo. Li abbiamo scelti perché con il primo avevo già suonato in un quintetto e sapevo che era bravo, e il secondo perché abbiamo suonato insieme in un altro quintetto e perché sapendo che è molto difficile trovare un buon violinista che venga dalla scuola classica e che contemporaneamente abbia il gusto della musica popolare l’abbiamo preso.
Abbiamo quindi deciso di andare avanti formando un quartetto. Quando la cantante è tornata a vivere in Argentina abbiamo conosciuto Rubén, che si è unito a noi. Da allora ci hanno chiamato molto. A volte suoniamo in sestetto, che è la versione più grande.
La vostra “base” è quindi in Italia?
In quel momento alcuni erano di passaggio e altri no in Italia, però il gruppo è nato a Milano, poi con il tempo ci siamo un po’ allargati e ci siamo mossi, ma continuiamo a lavorare moltissimo in Italia, è il paese europeo in cui lavoriamo di più.
Chi ha scelto il nome e perché?
Io (Bárbara), perché durante il Festival si mangiava anche, e quindi ho voluto mettere al gruppo un nome che avesse a che fare con la nostra cultura e il mangiare. Tinto allude al nostro vino rosso. Gerardo: I nomi si danno per caso, da un giorno all’altro, perché bisogna farlo. E poi non puoi tornare indietro perché una volta che ti conoscono con quel nome anche se non ti piace ormai devi tenertelo!
Bárbara e Virgilio nel 2008 hanno anche collaborato con i Gotan Project…
Abbiamo collaborato nel loro doppio cd “Gotan Project live”, facendo versioni orchestrali non elettroniche dei loro brani elettronici. Sono i due bonus track. Di elettronico abbiamo fatto qualcosa anche come gruppo: facciamo uno spettacolo, Memorias y Olvidos, in cui eseguiamo un paio di pezzi di tango elettronico, che usiamo molto per gli spettacoli in teatro per fare coreografie più moderne. In teatro ci possiamo permettere un repertorio più
ampio, mentre in milonga facciamo solo un repertorio ballabile. Porteremo ancora in scena questo spettacolo il 4 marzo al Teatro Maiolati Spontini (Ancona): ci saranno 4 coppie di ballerini, Rubén e le proiezioni video dell’artista Julian Mantel. È uno spettacolo multimediale.
Progetti in cantiere?
Stiamo per registrare il nuovo cd con brani e arrangiamenti nostri. L’idea è fare versioni nostre dei tanghi tradizionali, come abbiamo fatto nel cd precedente. Vogliamo fare versioni nostre perché di solito i gruppi di tango fanno un po’ delle cover, che va bene, però fanno sì che il tango rimanga un po’ “fermo”. In questo cd facciamo composizioni e arrangiamenti con il nostro stile, con la voglia di fare una cosa particolare con un’impronta propria: queste cose fanno bene e ti fanno imparare a suonare. Perché non puoi iniziare a suonare cose strane senza aver suonato un po’ la storia del tango, la tradizione. Magari a volte per la gente è un po’ difficile capire, però bisogna anche insegnarle che si può fare un’altra cosa che può essere ballabile anche se non è la versione di Calò, Di Sarli…
Il vostro concerto è stato tutto bellissimo, ma secondo me avete suonato le milonghe in modo spettacolare!
Le milonghe ci piacciono molto perché ti danno la possibilità di fare più giochi, percussioni…
È un momento sempre rischioso perché a volte la gente non sa ballare bene la milonga, o perché una è più veloce o più difficile.
È divertente anche vedere come reagisce il pubblico.
Il tango deve rinnovarsi per sopravvivere: siete d’accordo con questa affermazione?
Assolutamente. È per questo infatti che oltre alle cover dei pezzi tradizionali facciamo anche versioni di tanghi completamente fatti da noi, perché è l’unica forma per andare avanti altrimenti rischi di morire ancora, di fare orchestre-museo, fatte solo per ricordare quello che è stato fatto in passato.
Oltre al cd, altri progetti per il 2011?
Scrivere più brani nostri e promuoverli maggiormente, suonare più e in più posti possibili. In questo senso, il 2011 si prospetta un buon anno, abbiamo già molte date. Gerardo: In chiusura volevo dire che è fantastico che ci siano delle persone come voi che promuovono il tango, e dovrebbero promuovere ancora di più quelli che fanno qualcosa di personale e anche chi lavora con il tango ma che non è solo il ballerino: di solito nel tango la gente si concentra sul ballo e tutto il resto viene lasciato da parte, e questo fa perdere molto.
Claudia Galati

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