In Argentina il Tango è un ballo popolare, nel senso che in tutto il paese se in una qualsiasi occasione metti un tango trovi gente che lo balla, tutti nella loro vita hanno avuto a che fare qualcosa con il tango e quindi è popolare nel senso di famoso, di massa.
In Argentina il tango è rivoluzionario (non mi risulta sia reazionario), classico, moderno, trasgressivo, popolare, commerciale, rock, jazz, omosessuale, maschio, elegante, crudo, delicato: è tutto perché appartiene a tutti.
Qui in Italia il Tango non è un fenomeno, un ballo di massa, tutt’altro: è praticato da una ristretta comunità di appassionati (per fortuna in rapida crescita sia grazie alle popolari che alle commerciali), lo dimostra il fatto che ci conosciamo tutti, siamo tanti ogni volta perché seguiamo con passione gli eventi. Provate ad andare in una festa qualsiasi e mettete un tango e probabilmente sarete gli unici a ballarlo.
Il tango a Roma si sta sempre di più collocando in zone popolari e popolose e questo sì lo rende in qualche misura più popolare, perché si svolge in posti dove abita il popolo, inteso come il grosso della popolazione, gli operai, i lavoratori per intenderci, ma questa è prerogativa anche di molte milonghe commerciali, vedi Tanguera, la Milonga della Stazione, ecc.
Ma la diatriba che si è sviluppata in questi giorni, specie sui social network e che mi ha spinto a scrivere questa riflessione, non verteva su questi argomenti ma unicamente sulla questione economica.
La questione non è il prezzo, o non solo, ci sono milonghe gratuite in posti commerciali.A Roma da qualche anno si stanno organizzando milonghe che si riconoscono e si autodefiniscono Milonghe Popolari. La prima di queste milonghe è stata, lo ricorderete, la “Milonga del Popolo” presso il Circolo PRC o se preferite la Casa del Popolo di Torpignattara,1 ingresso 1€ facoltativo all’uscita (ancora imbattuta). Nella stessa sede ma in un giorno diverso ora c’è il Cafetin de Roma, al CSOA Ex SNIA2 c’è Zi’Milonga, al CSOA Spartaco3 c’è Kriminal Tango, all’ex Lavanderia4 c’è il Labortango, al CSOA La Strada5 c’è la Tangueria Popular, all’ESC Atelier Autogestito6 la Milonga dello Scalo e al Laboratorio Sociale 100Celle7 la Milonga Popolare di 100celle: sì sono Milonghe Popolari, ma non per il prezzo ma perché come la Milonga del Popolo si svolgono in posti che hanno una vocazione popolare, di autogestione o gestiti da un collettivo, dove normalmente si fanno attività che promuovono un concetto di socialità svincolato da logiche di profitto, perché insieme al “tanghetto” promuovono messaggi di solidarietà, di valorizzazione dei beni comuni, di nuove forme di sviluppo e di consumo, ecc. ecc. (certo se facessero pagare 25€ non mi sentirei di dire che sono popolari, in quanto escludono chi lavora e chi guadagna a volte anche 4€ l’ora).
Quindi sbagliano anche molti organizzatori di Milonghe Popolari a discutere solo del prezzo di ingresso, perché dovrebbero rivendicare le milonghe Popolari per l’impegno che c’è dietro il loro agire. Tra l’altro le milonghe popolari non sono tutte uguali: ci sono quelle gestite da singoli, quelle spontanee e quelle organizzate da un collettivo. Tra le tante di strada mi piace ricordare la Milonga dei Portici a Piazza Augusto Imperatore (certo non proprio un quartiere popolare) organizzata da Cesare Magrini, autofinanziata dagli avventori (“sottoscrizione 1€ per la SIAE”, come dice Cesare), in un posto completamente pubblico e l’ultima volta che ci sono andato è stata promossa “l’acqua pubblica”.
Poi c’è anche l’altra faccia della medaglia, cioè le milonghe commerciali senza le quali il “fenomeno” Tango sarebbe di molto ridimensionato… ma di questo parleremo semmai la prossima volta.
Charlie da Roma
ndr: 1 Via Bordoni, 50 (Torpignattara) – 2 Via Prenestina 173 (Pigneto) – 3 Via Selinunte, 57 (Quadraro) – 4 Piazza Santa Maria della Pietà, 5 (Monte Mario) – 5 Via Passino, 24 (Garbatella) – 6 Via dei Reti, 15 (San Lorenzo) – 7 Viale della Primavera, 319/B (Centocelle)