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COME TI MIMO IL TANGO (italiano y español)

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locandina £Tango Querido!"IN ANTEPRIMA “TANGO QUERIDO!, IL NUOVO SPETTACOLO DI MIMO-TANGO DEI LOS GUARDIOLA”

Il tango. Siamo tutti abituati a percepirlo sotto vari aspetti e nelle più diverse espressioni artistiche: innanzitutto il tango è danza, ma è anche suonato, cantato, dipinto, persino illustrato con tecnica litografica (ricorderete l’intervista ad Analy Sendon nei numeri scorsi), recitato, fotografato e filmato. Ma mai MIMATO. Marcelo e Giorgia Guardiola hanno il merito di aver introdotto il connubio tra la forma d’arte del mimo e quella del tango. “Tango Querido!”, il loro nuovo spettacolo teatrale di mimo-tango ha debuttato lo scorso agosto a Buenos Aires, patria del tango e sede stabile di due degli ultimi miti viventi del mimo: Igon Lerchundi e Roberto Escobar, maestri dei Guardiola.

Da ottobre 2012 in scena anche in Italia, lo spettacolo è stato anticipato a Roma attraverso mini-performance proposte in alcune milonghe della Capitale, piccoli estratti che hanno mostrato il filo conduttore dell’opera: un omaggio al mondo del tango, alle sue origini, ai suoi diversi stili, alle sue storie attraverso i testi di alcuni tanghi raccontati unicamente attraverso la gestualità del corpo e l’espressività del volto dei due artisti, e sottolineati dalle note dei tanghi in questione. Approfondiamo questo progetto attraverso le parole dei suoi creatori.
Studiate da anni mimo: l’idea del vostro nuovo spettacolo nasce da questo?

 

In realtà è il contrario, studiare mimo nasce dall’idea di fare uno spettacolo di tango-teatro senza i limiti della parola. Punto in cui si incontrano il tango e il mimo è proprio l’avere un linguaggio universale, comprensibile in qualsiasi paese del mondo.

Avete fatto un’operazione tanto delicata quanto difficile ed originale: “tradurre” in mimo le letras del tango. Come ci siete riusciti?

Questo è parte dello studio del mimo: mettere in scena testi, poesie o racconti attraverso il gesto. La forma più adatta è trovare un testo di tango che racconti una storia ricca di immagini e di azioni.  Si crea una partitura del gesto che è come una coreografia di danza e pian piano si riesce a raccontare quello che si vuole. La magia del mimo è il poter rendere visibile l’invisibile ed in questo senso è un’arte meravigliosa: senza scenografia, oggetti e parola si ricrea un intero universo. Il nostro gesto disegna la linea e l’immaginazione del pubblico ne riempie lo spazio.  Il mimo è come un mago che con la sua bacchetta magica che è il suo corpo fa apparire mari, monti, guerre, aria, fuoco, paesaggi, ecc…
Quali sono le difficoltà, le problematiche maggiori di uno spettacolo di mimo?
Le difficoltà maggiori di uno spettacolo di mimo sono la sintesi del gesto e il ritmo dello spettacolo. Per essere comprensibile il linguaggio corporeo richiede sintesi perché la dismisura genera confusione nello spettatore; d’altra parte, la mancanza di ritmo scenico genera dispersione dell’attenzione e perciò noia del pubblico. Per quanto riguarda invece le difficoltà dal punto di vista degli attori, nell’arte del mimo è richiesta una enorme quantità di energia e perciò di allenamento corporeo: bisogna pensare che sul palco non c’è nulla se non il corpo del mimo che deve riempire la scena e far vedere tutto quello che non c’è. In quanto poi a noi che uniamo in una coreografia il tango con il mimo, la difficoltà è che la musica ha un ritmo che non sempre combacia con il ritmo narrativo del mimo: in questo senso  tante volte ci è accaduto di dover abbandonare un progetto perché la narrazione corporea non risultava chiara all’interno dei tempi musicali del brano scelto.
Il pubblico del tango che viene ad assistere al vostro spettacolo, come avete avuto modo di constatare fino ad ora, come reagisce? Ha difficoltà a seguire?
In Argentina il pubblico conosce i testi di tango per cui lo spettatore segue con l’attenzione e l’entusiasmo del conoscitore che scopre il testo del tango nella narrazione corporea. Al di fuori dell’Argentina la nostra scommessa è stata quella di portare in scena le poesie del tango che spesso rimangono sconosciute a causa della difficoltà linguistica. L’idea da cui siamo partiti nella creazione di “Tango Querido!” era omaggiare il tango e i suoi personaggi, le sue poesia, la sua filosofia. Il tango è stato dichiarato patrimonio culturale dell’umanità e questo lo deve non solo alla danza, ma a tutta la sua cultura: alla musica e alla letteratura, cosa che spesso all’estero passa in secondo piano. Le storie di tango che abbiamo scelto sono a volte messinscena “ letterali” del tango in questione, altre volte sono fonte d’ispirazione: sempre sono accompagnate da tanghi ballati nei diversi stili proposti dai diversi personaggi e dalle diverse storie. Queste ultime ovviamente sono raccontate in forma chiara e comprensibile anche per chi non conosce il testo del tango. Da parte del pubblico all’estero abbiamo constatato un entusiasmo non minore: lo spettatore si diverte nel viaggiare con l’immaginazione a tal punto che la frase che spesso ritorna è:  “…che meraviglia, io guardavo la nave, la scala, i tavoli ecc… e in realtà non c’era niente!”
In scena compare anche l’organito: cos’è e quale funzione ha avuto nel tango?
L’organito è uno strumento meccanico a manovella simile ad un carillon che serviva per riprodurre musica: veniva portato a spalla da un uomo che di tanto in tanto si fermava in qualche angolo di quartiere, cominciava a girare la manovella e diffondeva così il tango per le strade di Buenos Aires. L'arrivo dell'organito era molto atteso dalla gente di quartiere: oltre ad attrarre con la musica, l'organillero era spesso anche un indovino ambulante che prediceva la sorte in cambio di una moneta, avvalendosi della collaborazione di un pappagallino o di una scimmietta che estraeva un bigliettino augurale.
L’organito fu il primo diffusore del tango per le strade di Buenos Aires, quando il tango era ancora una musica proibita. Camminando per la città questi suonatori ambulanti facevano sì che la musica del tango entrasse nelle case giungendo anche alle orecchie di chi non voleva ascoltarlo. “Organito del Suburbio” è il nostro numero di apertura dello spettacolo, come a dire “Signore e signori, arriva il Tango”!
Quando potremo vedere “Tango querido” anche a Roma? Per il momento a Roma stiamo portando piccole parti dello spettacolo in milonga: il prossimo appuntamento è il 16 marzo a Los Latinos. Invece l’appuntamento teatrale più vicino è il 22 marzo a Panicale (Perugia), in un antico teatro che ci incanta, un teatro dell’opera in miniatura.

 

COMO TE MIMO EL TANGO

EN ANTEPRIMA "TANGO QUERIDO!", EL NUEVO ESPECTÁCULO DE MIMO-TANGO DE LOS GUARDIOLA

El Tango. Estamos todos acostumbrados  a recibirlo bajo diferentes aspectos y de distintas expresiones artísticas: sobre todo el tango es danzado pero también es tocado, cantado, pintado, hasta dibujado con la técnica de la litografía (recordarán la entrevista a Analy Sendon en una de las ediciones pasadas), actuado, fotografiado y filmado. Pero jamás MIMADO.
Marcelo y Giorgia Guardiola tienen el mérito de haber  introducido la unión entra la forma del arte del mimo y aquella del tango. “Tango Querido!”, su nuevo espectáculo de tango-mimo fué estrenado el pasado agosto en Buenos Aitres, patria del tango y sede estable de dos de los últimos mitos vivientes del mimo: Igón Lerchundi y Roberto Escobar, maestros de los Guardiola. Desde octubre en escena también en Italia, el espectáculo fué anticipado en Roma a travez de números presentados en algunas milongas de la Capital, pequeños extratos que mostraron el hilo conductor de la obra: un homenaje al mundo del tango, a sus orígenes, a sus diversos estilos y a sus historias, textos de tangos narrados solamente con la gestualidad del cuerpo y la expresividad del rostro de los dos artistas, y subrayados por las notas de los tangos en cuestión. Profundizamos este proyecto mediante las palabras de sus creadores.
Desde hace muchos años estudian mimo: la idea del espectáculo nace de esto?
En realidad es al contrario, estudiar mimo nace de la idea de hacer un espectáculo de tangoteatro sin los límites de la palabra. El punto de encuentro entre el tango y el mimo es justamente que tienen un lenguaje universal, comprensible en cualquier país del mundo.
Hicieron una operación tan delicada como difícil y original: “traducir” en mimo las letras de algunos tangos. Cómo hicieron para lograrlo?
Una parte del estudio del mimo es poner en escena textos, poesías o cuentos  mediante el gesto. La forma más adapta es encontrar un texto de tango que cuente una historia rica de imágenes y acciones. Se crea una partitura de gestos como una coreografía en danza y de apoco se logra contar aquello que se quiere decir. La magia del mimo es hacer visible lo invisible y en este sentido es un arte maravilloso: sin escenografía, objetos y palabra se puede crear un entero universo. Nuestro gesto dibuja la linea y la imaginación del público llena el espacio. El mimo es como un mago que con su barita mágica que es su cuerpo hace aparecer mares, montañas, guerras, fuego, paisajes, etc..
Cuales son las dificultades, las problematicas mayores de un espectáculo de mimo?
La mayor dificultad de un espectáculo de mimo es la síntesis del gesto y el ritmo de la obra. Para ser comprensible el lenguaje del cuerpo necesita síntesis porque la desmedida genera comfución el el espectador. Por otra parta la falta de ritmo genera disperción de atención y por lo cual aburrimiento del público. En cuanto a la dificultad desde el punto de vista de los actores, en el arte del mimo es necesaria una gran cantidad de energía y por esto de entrenamiento físico: pensemos que en el escenario no hay nada más que el cuerpo del mimo, e que este deve llenar la escena y hacer ver todo aquello que no hay. En cuanto a nosotros que unimos en una coreografía el tango con el mimo la dificultad es que la música tiene un ritmo que no siempre combina con el ritmo narrativo del mimo: en este caso tantas veces ha sucedido que tubimos que abandonar un proyecto porque la narración del cuerpo no resultaba clara al interno de los tiempos musicales de la pieza elegida.
El público del tango que viene a ver el espectáculo, como reacciona? Tiene dificultad a seguir la obra?
En Argentina el público conoce las letras de los tangos; el espectador sigue con la atención y el entusiamo del conocedor, que va descubriendo en la narración corporal el texto del tango. Afuera de Argentina nuestra apuesta era llevar a la escena las poesías del tango que generalmente quedan desconocidas a causa de la dificultad idiomática. La idea desde la cual partimos para crear “Tango Querido!” era homenajear el tango y sus personajes, su poesía y su filosofía. El tango fué declarado patrimonio cultural de la humanidad y esto se deve no solo a la danza sino a toda su cultura: a la música y a la literatura, cosa que muchas veces en el exterior pasa a segundo plano. Las letras de tango que hemos elejido a veces son puestas literalmente en escena, otras en vez son simplemente una fuente de inspiración: siempre son acompañadas de tangos bailados en diversos estilos propuestos por los diversos personajes de las diversas historias. Estas últimas son obviamente contadas en forma clara y comprensible también  para quién no conoce el texto del tango. De parte del público extranjero hemos constatado un entusiasmo no menor: el espectador se divierte en viajar con la imaginación a tal punto que la frase que más nos devuelven es: “... que maravilla, yo veía el barco, la escalera, las mesas y en realidad no había nada!”.
En escena aparece también el organito: que cosa es y que función ha tenido en el tango?
El organito es un  instrumento mecánico a cuerda para reproducir música parecido a una caja musical: venía cargado en los hombros de un hombre que de tanto en tanto se paraba en una esquina de barrio, empezaba a girar la manija y así difundía el tango por las calles de Buenos Aires. La llegada del organito era muy esperada por la gente del barrio: además de atraer con su música, el organillero era también un adivino ambulante que predecía la suerte en cambio de una moneda, ayudándose con la colaboración de un loro o de un monito que extraía una tarjeta con el vaticinio preimpreso. El organito fué el primer difusor del tango por las calles de Buenos Aires cuando todavía era una música prohibida. Caminando por las calles de la ciudad el organillero hacía que la música del tango entrara en las casas  llegando a los oidos de quienes ni siquiera querían escucharlo. “Organito del Suburbio” es el número de inicio de nuestro espectáculo, como diciendo “señoras y señores, llega el Tango!”
Cuándo podremos ver “Tango Querido!” en Roma?
Por el momento en Roma estamos presentando pequeñas partes de la obra en milonga: la próxima fecha es el 16 de marzo en Los Latinos. En teatro la fecha más cercana es el 22 de marzo en Panicale (Perugia), en un antiguo teatro que nos encanta, un teatro de la ópera en miniatura.
Claudia Galati

 

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Notizie flash

"M¡LONGA"

il nuovo spettacolo di tango del coreografo e danzatore belga Sidi Larbi Cherkaoui, in scena il 3 LUGLIO ore 21 all'AUDITORIUM PARCO della MUSICA- sala S.Cecilia. Questa è la prima volta che una produzione di tango su scala internazionale viene diretta da un artista non-argentino, il che offre interessanti opportunità per esplorare questo ballo tradizionale da una prospettiva culturale differente. Con un cast di 10 ballerini di Buenos Aires, 2 danzatori contemporanei e un'orchestra di 5 elementi, lo spettacolo promette di essere un'affascinante esplorazione del tango tradizionale e contemporaneo.

Auditorium Parco della Musica, v. P. de Coubertin 30. Biglietti: 30/25 euro. Info: 06802411, biglietteria 892982, info@musicaperroma.it