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AL PETISO LE GUSTABA TANTURI y otros cuentos de tango

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La prima fatica letteraria di Angel Mario Herreros restituisce sotto forma di 11 racconti quella che è la visione dell’autore sulla sua città: gente comune, milongueri, umanità varie ma sempre tristi. A nostro avviso infatti ogni racconto è permeato da un velo di tristezza e ineluttabilità del destino, non esente da ricordi personali (come l’autobiografico racconto dall’omonimo titolo del romanzo), da una vasta erudizione e da un’intensità creativa e poetica: fra gli esempi più riusciti La ultima tanda e La vida es una milonga, toccanti, originali e allegorici; El desafío, una sfida intensa tra il “vecchio” e il “nuovo” modo di ballare il tango; il terribile e drammatico Niebla del Riachuelo; il tango del futuro in Buenos Aires 2050 e un ultimo spiraglio di luce che lascia intravedere una sorta di speranza in Hay una Milonga, ossia la milonga che verrà, la Milonga perfetta. Completano il tutto un’appendice in cui s’indaga sulla “resurrezione” del tango nei nostri giorni, un glossario dei termini lunfardi usati nel libro e brevi cenni biografici sui personaggi storici e sui tanghi menzionati nei racconti. Abbiamo posto a Mario qualche domanda sul suo lavoro e sulla sua vita, che spiegano molto sulla visione che sottende i suoi racconti…

 

Nel tuo secondo romanzo parli del tango come controcultura. Ci spieghi cosa significa, e qual è la necessità sociale del tango oggi nel mondo?

Il tango è un’autentica controcultura. Quando Bill Gates venne in Argentina gli chiesero cos’è la globalizzazione, e lui rispose: “comunicazione rapida”. Il terzo millennio è l’era della Comunicazione senza impedimenti. La gente oggi non si tocca, non si abbraccia, non si guarda negli occhi: c’è Internet, comunichiamo tramite computer, tutto avviene in tempo reale ma non ci abbracciamo. Il tango è una grande rivoluzione da questo punto di vista, perché ti dà TEMPO, nel tango si può riprodurre il dialogo del matrimonio, è un gioco di seduzione e accettazione: l’uomo propone e dà tempo alla donna per fare il passo. Il tango è una forma di vita, per questo è così fantastico in tutto il mondo, non soltanto perché viene visto come una danza esotica, ma perché propone un’INTERRELAZIONE umana distinta da quella a cui siamo abituati di solito, che rivela questa necessità di comunicazione, amore, poesia, sogno. Per questo ci sono milonghe in tutto il mondo (anche in Alaska!), il tango è una realtà magica perché scopre una necessità.

I tuoi racconti sono basati su storie vere o sono tutti immaginari?

Alcuni sono basati su storie vere e altri sono immaginari. Molti dei miei racconti possono essere considerati in alcuna maniera “fantastici”: ad esempio in Sexto Secho l’uomo di fronte all’ultima ora di vita del pianeta, che in quell’ultima ora a disposizione prima che finisca il mondo decide di andare a ballare il tango con una dozzina di persone, in quella che è letteralmente la “milonga della fine del mondo”. Altri invece sono più allegorici, come La ultima tanda in cui l’uomo che guarda la protagonista per tutta la notte è la Morte. Gli scrittori e gli artisti in genere nelle loro produzioni si confrontano con le loro illusioni, demoni, paure, fantasie, speranze…e MOLTE poche volte fanno qualcosa di buono. In quel momento si produce magia…e la magia è una donna timida, va cercata.

Perché ti sei dedicato al tango?

Sono stato per 20 anni professore universitario, musicista di blues, commercialista…Ho fatto tante cose, ma non ho avuto obiettivi o bandiere nella mia vita a più o meno 50 anni. I miei figli erano diventati grandi, e pensavano che non necessitassi di nulla; in realtà necessitavo una bandiera per continuare a lottare, perché da piccolo fu molto triste, una battaglia…Ho acquisito il temperamento (molto italiano!) di lottare, per cui non importa se vinco o perdo ma il cammino, il destino finale. Mi sentivo perso, e il tango è la mia bandiera.

Hai una buona capacità di narrazione…

Penso perché ho uno spirito sensibile che si è unito con molti anni di professore di matematica, di investigatore. Questo mi ha dato una mente inquisitiva e uno spirito analitico di osservazione volti alla scoperta, e penso che ciò abbia facilitato il mio fare da scrittore. In questo momento mi sento come un bambino in un negozio di giocattoli: ho molto entusiasmo, sono molto felice, ho il desiderio di trasmettere. E a prescindere da quanti libri vendo, questo è un atto d’amore. Ho imparato ad accettare il caos della mia vita, del mondo, perché meno cerchi di capire e più capisci. Per la prima volta alla fine della mia vita sono felice. Credo che sarà questa la mia vita fino alla fine, se continueranno ad invitarmi e ad accettarmi! Ora sto iniziando a viaggiare, prima non lo facevo: è stato meraviglioso! E il mio interesse è la gente.

Claudia Galati

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"M¡LONGA"

il nuovo spettacolo di tango del coreografo e danzatore belga Sidi Larbi Cherkaoui, in scena il 3 LUGLIO ore 21 all'AUDITORIUM PARCO della MUSICA- sala S.Cecilia. Questa è la prima volta che una produzione di tango su scala internazionale viene diretta da un artista non-argentino, il che offre interessanti opportunità per esplorare questo ballo tradizionale da una prospettiva culturale differente. Con un cast di 10 ballerini di Buenos Aires, 2 danzatori contemporanei e un'orchestra di 5 elementi, lo spettacolo promette di essere un'affascinante esplorazione del tango tradizionale e contemporaneo.

Auditorium Parco della Musica, v. P. de Coubertin 30. Biglietti: 30/25 euro. Info: 06802411, biglietteria 892982, info@musicaperroma.it  

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